Uno studio dell’AEA rileva molteplici vantaggi per il passaggio all’elettricità rinnovabile
Un nuovo studio pubblicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente ha rilevato che l’aumento dell’uso di elettricità rinnovabile nell’Unione Europea ha ridotto l’inquinamento atmosferico e idrico.
Questo rapporto è accolto con favore da molti in tutto il blocco in quanto non solo ha ridotto alcune pressioni legate ai cambiamenti climatici, ma aumenta anche la motivazione a produrre azioni mirate per aiutare a ridurre al minimo gli effetti ambientali negativi dell’aumento della fornitura di elettricità rinnovabile.
Tuttavia, il rapporto ha anche avvertito che è necessario fare di più per raggiungere gli obiettivi di zero emissioni di carbonio del 2030.
Secondo un briefing dell’AEA, entro il 2018 l’aumento dell’uso di elettricità da fonti rinnovabili come il solare fotovoltaico (FV), l’eolico e la biomassa, ha contribuito a ridurre in modo significativo le emissioni di gas serra negli Stati membri.
Il nuovo studio ha rilevato che per le categorie di impatto più testate, il passaggio dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili ha mostrato evidenti miglioramenti rispetto al 2005. Ciò è dovuto all’intensità dell’impatto della generazione di elettricità da combustibili fossili molto più grande di quella delle energie rinnovabili. Per questo motivo, il potenziale di impatto è diminuito per l’eutrofizzazione, la formazione di particolato e l’acidificazione nel 2018 rispetto al 2005. Nel frattempo, l’ecotossicità e i potenziali legati all’occupazione del suolo sono aumentati durante il periodo.
Il briefing ha anche evidenziato che monitorando azioni mirate per combattere il cambiamento climatico, si possono ridurre gli effetti sull’ecotossicità dell’acqua dolce e sull’occupazione del suolo. Il rapporto raccomanda che le azioni si concentrino sulla riduzione degli impatti sull’approvvigionamento di materiali, sui processi di produzione nelle catene di approvvigionamento e sul miglioramento dell’efficienza energetica e delle risorse.
Tuttavia, nonostante i miglioramenti, i combustibili fossili producono ancora più energia (38% di tutta la generazione nel 2019) rispetto alle fonti rinnovabili. Il settore dell’elettricità dell’UE utilizza ancora impianti a combustione, che contribuiscono a quasi un quarto di tutte le emissioni di gas serra dell’UE. È anche la causa principale dell’acidificazione, dell’eutrofizzazione e della formazione di ozono a livello del suolo.
Il rapporto conclude affermando che l’attuazione dei piani nazionali per il clima e l’energia per il 2030 porterebbe l’UE a superare gli attuali obiettivi climatici e rinnovabili per il 2030. Tuttavia, non sono stati compiuti progressi sufficienti per raggiungere l’obiettivo più elevato del 2030 o raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Per fare ciò, l’utilizzo di energia rinnovabile dovrebbe crescere fino a oltre l’80% entro il 2050.
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