I pericoli di condividere le emissioni

In un articolo pubblicato su Focus Magazine, si immagina che, mentre gli attuali risultati dell’Italia sulla riduzione delle emissioni di carbonio possono sembrare una buona notizia, ci sono altri elementi in gioco che significano che in realtà stiamo solo condividendo le emissioni in tutto il mondo con altri paesi.

I dati infatti parlano chiaro: per esempio, tra il 1990 e il 2018 il Belpaese ha registrato un calo nelle emissioni di CO2 del 17%. Questa tendenza sembra comune a molti paesi europei: l’Istituto Nazionale di Statistica spagnolo (INE) riporta, per il periodo 2000-2018, di un calo del 12% delle emissioni di anidride carbonica in Spagna, del 16% in Germania, del 20% in Francia, del 32% nel Regno Unito.

Tuttavia Focus ha evidenziato che le emissioni non sono diminuite, ma semplicemente esportate in altri paesi, con i paesi al di fuori dell’UE che hanno subito la maggior parte del danno. Le emissioni globali di anidride carbonica sono cresciute del 41%, in Cina, che ha visto un aumento del 200%, ed in India che è schizzata del 144%.

Più acquistiamo, più produzione viene esportata in Cina, India e altri luoghi in Asia e Sud America. Ad esempio, l’iPhone di Apple è progettato negli Stati Uniti, mentre i componenti sono prodotti in Malesia, la memoria in India, il rame proviene dalla Mongolia e dal Cile, con il tutto assemblato in Cina. Ciò significa che le emissioni sono divise tra quei paesi, ma è Apple che ne è responsabile.

Una soluzione a questo problema può essere Border Carbon Tax, una tassa sulle importazioni che gravi in maniera direttamente proporzionale alle emissioni di CO2 legate alla produzione delle categorie merceologiche importate.

Tuttavia, una carbon tax sarebbe dannosa per l’Italia. Secondo uno studio del 2019 dell’Osservatorio CPI, la tassa aumenterebbe il prezzo del carbone del 134%, dell’elettricità del 18% e della benzina del 12%. Questo fa parte di un regolare braccio di ferro per bilanciare gli interessi economici e sanitari, reso ancora più difficile a causa della pandemia di Covid-19.

Un’altra soluzione è il sistema di scambio di quote di emissione (ETS) dell’UE, attualmente attivo in 31 paesi. Con questo limite in vigore, le aziende possono guadagnare un bonus per fare il loro dovere e rispettare il limite stabilito per le emissioni consentite. Tuttavia, se un’azienda supera il limite, può incorrere in pesanti sanzioni.

Ogni giorno condividiamo tutti le emissioni

La lotta al cambiamento climatico è una responsabilità collettiva, non solo dei governi di tutti i paesi, ma anche dei loro cittadini. Mentre dobbiamo apportare modifiche ai processi di produzione per renderli più ecologici, ci sono cose che possiamo fare mentre siamo nei nostri giardini e spazi verdi per ridurre le emissioni che immettiamo nell’atmosfera.

Ecco perché EGO ha lanciato Challenge 2025, una campagna per evidenziare i pericoli dell’uso continuato degli utensili a benzina. Questi risultati sono stati pubblicati su The Report, che ha rilevato che il protossido di azoto prodotto da un soffiatore a benzina è 4 volte superiore rispetto a una Ford Fiesta.

Scopri di più sul nostro lavoro e raccogli la sfida scaricando The Report qui: https://www.challenge2025.eu/it/ilreport/.

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